«La (ri)scoperta e le mutazioni dell’oggi e di come “All’epoca il mondo non era meno terrificante di quanto lo sia adesso, con i nostri incubi di bombe, malattie e benessere tecnologico”. Ma molto di più è lo straordinario romanzo della scrittrice americana Lauren Groff “Arcadia”, che inaugura la prima collana di narrativa della torinese Codice edizioni, tradotto dal bravissimo Tommaso Pincio.
Arcadia è il nome della comune hippie in cui nasce e cresce il protagonista Ridley, soprannominato Briciola, lungo un arco di tempo abbastanza vasto, che va dal 1965 al 2018. Questo non luogo, ma piuttosto esperienza essenziale di vita, che ha a che fare con “qualcosa di puro”, è abitato da Cantanti Circensi, Hans, Fritz, Summer, Billy-la-capra, “donne magnifiche, tutte gambe e mani sottili e bandane e gole bianche e grinze ai bordi degli occhi, là dove il sole ha sgualcito la pelle”, con l’intento di chi vuol “vivere con la terra, non su di essa”, cercando di restare fuori “dalle perversioni del mondo mercantile” e guadagnarsi da vivere “partendo da zero”. Ecco, Arcadia è un nuovo inizio, che segna un nuovo incominciamento, quello di una civiltà reale, possibile, a differenza dell’Utopia di Moro.
E’ in questo contesto che seguiamo tutta l’infanzia e la crescita di Briciola, fra gli abitanti della comune, che vivono da nomadi, accampandosi lungo i fiumi nella regione a nord di New York, prima di sistemarsi, costruendosela dal nulla, una grande fattoria. Per ventiquattrore gli abitanti di Arcadia fanno esperienza di vera comunità, fra canti, liturgie e pratiche umane dalla forte spiritualità, dettata dall’amore libero. E come in tutte le società, organizzate o meno, dietro l’apparente convivialità, non possono mancare le nefandezze tipiche di chi convive sulla stessa terra, respira la stessa aria e si ciba dei frutti del lavoro comune. E’ umano.
La bravissima scrittrice è capace di porre l’interrogativo vitale, intorno ad ogni scelta e abitante che abita Arcadia. Riporta quest’umanità in luoghi arcaici eppure mai così fortemente intrisi delle preoccupazioni degli uomini e delle donne della società americana, in modo particolare, quella attuale. Che vive in balia della paura, a causa di violenze dettate dalla supremazia di una razza su un’altra, di un’economia che deve necessariamente sovrastare tutte le altre, esercitando un potere politico da primi della classe. Ed ecco che il desiderio di una società libera, proprio come la si sognava nel secondo dopoguerra, in modo particolare negli anni Sessanta, diventa il perno su cui far ruotare ogni scelta e desiderio in Arcadia. Non mancano i luoghi per i dissidenti, alla pari di quelli che la storia reale ha previsto per la discriminazione o per il controllo di chi si arroga il diritto di sorvegliare e punire.
La ricchezza lessicale della Groff, insieme all’insolita capacità di sostenere continuamente l’attenzione e la curiosità del lettore, rispetto alla nascita e crescita non solo del protagonista Briciola, ma di un’intera comunità, che dura per quarant’anni, segna il punto di forza di un romanzo che è insieme indagine psicologica e racconto fantastico, capace di non evitare la storia e il suo significato in rapporto al mondo reale, lo stesso della scrittrice. Infatti, la disillusione, a contatto con la dura realtà, fatta di lavoro e dall’impossibilità di evitare finanche l’indigenza, segna il compimento di un’opera che dice molte più cose rispetto a tanti e inutili trattati di sociologia e antropologia. Perché in Arcadia c’è Melville, Poe, Heminway, tante favole e fiabe, con tanto di formicai, orsi, volpi, falchi, “ogni giorno arrivano i corvi”, un mondo “troppo pieno di orrore e bellezza” e tutto ciò che appartiene a quell’Antico Testamento (la donna di nome Eden…) che la Groff restituisce come Nuovo, facendo entrare un mondo Esterno nelle esistenze di ogni personaggio del suo grandioso romanzo.
Terrificante perché reale l’assunto del romanzo, che ribalta quasi il sogno a cui ci si abitua, per tutta la durata delle trecentosettantuno pagine. Quelle secondo cui viviamo in città, case, famiglie dove “c’è più utopia che in qualunque altra utopia”. In questi luoghi “le persone devono scegliere quello che vogliono essere”. Quello che ognuno può immaginare, in rapporto a se stesso, la Groff lo lascia alla vera utopia. Letteratura allo stato puro».
la Repubblica – ed. Bari
America, stato di New York, fine anni Sessanta. Un gruppo di giovani decide di fondare una comune basata sull’amicizia, la condivisione, l’amore e l’indipendenza dal denaro. La chiameranno Arcadia. Ed è qui che nasce Briciola, il primo dei molti figli che andranno a popolare un mondo bucolico e ricco solo di ideali, ben presto corrotti dalle difficoltà della convivenza. La fine della comune costringerà Briciola e il suo grande amore Helle, nati e cresciuti in un mondo popolato da sognatori, a misurarsi con il mondo reale, quello della New York degli anni Ottanta.
Acquista il libro subito su IBS o Amazon.
The post Arcadia, il mondo troppo pieno di orrore e bellezza. La letteratura pura di Lauren Groff appeared first on Codice Edizioni.